Sono sempre stata affascinata dalla figura della “Grande Madre”,
dalla Madre Terra e dalla ricerca di Assoluto che può portare all’equilibrio,
alla pace interiore e universale.
Il tema della maternità e il ruolo della donna nel tempo, una lunga Storia che parte dalla pre-istoria dove la Mater era una Dea, rispettata e venerata per la sua capacità di dare la vita, per il mistero che la circondava, identificandola con la Natura una Madre – Terra benevola e dispensatrice di doni.
L’armonia era totale: Terra – Acqua – Madre – Vita
Il bronzetto come una primitiva pietà
La donna, oggi come ieri, subisce violenze di ogni tipo, alcune evidenti, come la cronaca ci propone ogni giorno (stupri, prostituzione, infibulazione, lapidazione…) altre subdole o mascherate, nel mondo occidentale, come “progresso” ma che in realtà la obbligano ad essere bella, sempre efficiente e produttiva ,salvo poi escluderla dalle decisioni importanti (quante donne nel mondo politico?)
Il suo ruolo resta quello di oggetto da esibire in società (vedi: pubblicità, concorsi di bellezza, trasmissioni tv..) In nome di questo “ruolo” molte donne cadono nel tranello e si sottopongono a torture di ogni tipo: diete, fitness, chirurgia estetica… ovviamente essere madri distrugge quest’immagine di perfezione estetica. E si arriva ai casi limite…
La dolcezza della Maternità , intesa come luogo rassicurante dell’anima, senso del Sacro e dell’Eterno, valore immutabile ed indiscusso viene ora messa in discussione…
Il dibattito sul ruolo della donna, ieri come oggi, non ha mai smesso di coinvolgere sociologi, antropologi e studiosi di ogni disciplina. Nelle arti figurative il tema della maternità è stato trattato in mille modi e sempre ha destato interesse, essendo intimamente legato alla vita stessa dell’ Uomo, al di là di ogni religione, cultura,etnia.
In Sardegna, terra antica e di fascino misterioso, nella sua archeologia ricca di sorprese e di aspetti oscuri, affiorano testimonianze di una spiritualità intimamente legata alla Madre-Terra divinizzata sotto forma di sculture, pozzi sacri, nuraghi, vasi…. Sicuramente la forma più alta di tali rappresentazioni è costituita dalle sculture in pietra levigata della “Dea Madre” e, in epoca successiva, dai bronzetti definiti “Madre dell’ucciso” o “Madre del Guerriero”, una sorta di primitive “pietà” di dimensioni ridotte ma cariche di significato.
La pittrice Serena Fazio, che da sempre affronta attraverso la pittura il tema centrale della propria esistenza di donna, dopo vari anni di lavoro, si è accostata al tema della maternità sull’onda emotiva della propria esperienza personale, avendo adottato quattro bambini. Nel continuo interrogarsi sul senso della vita ha realizzato una serie di dipinti in cui pone a confronto il tema della maternità e il ruolo della donna nel tempo con riferimenti all’ antica cultura nuragica sarda.
La nuova produzione dell’artista, presente sulla scena artistica internazionale da oltre 30 anni, costituisce una novità rispetto alle precedenti. L’uso di materiali insoliti, quali i conglomerati legnosi e le carte particolari utilizzate come pellicole rugose,oltre all’utilizzo di stoffe e ricami tipici dell’artigianato sardo e ai formati non convenzionali, rappresentano una svolta nel percorso, a volte silenzioso ma costante, della sua personalissima ricerca pittorica volta ad indagare in maniera introspettiva il mistero della vita ed il ruolo che la donna ricopre all’interno di esso.
Il progetto “Arte in viaggio” consiste nella diffusione a mezzo stampa, video e, soprattutto, mediante l’allestimento di mostre,concerti e convegni, degli aspetti culturali più salienti del rapporto Donna-Maternità che la pittura può sollecitare.
I dipinti, nel numero di 25/ 30 di dimensioni variabili da un minimo di 40×40 ad un massimo di 40×125, realizzati in “acrilico” su tavola, sono modulari e facilmente trasportabili essendo privi di vetro e cornice. Si prestano ad installazioni ambientali e sono rivolte ad un pubblico vastissimo, visto l’interesse che suscitano anche nelle nuove generazioni.